15/01/10

RIMINI, REGIONE STRANIERA?


Domenica 17 Gennaio ore 17.00
Sala del Buonarrivo Corso D’Augusto 231 / Rimini


RIMINI, REGIONE STRANIERA?
Libertà come multicultura.


Partendo da una fotografia statistica della situazione riminese curata da Rossella Salvi (Ufficio Statistica provincia di Rimini), con la presentazione del nuovo Libro “Regione Straniera, viaggio nell'ordinario razzismo padano” di Giuseppe Civati: un pomeriggio in cammino sulla via tortuosa dell’integrazione e della lotta al razzismo.


Con
Giuseppe Civati
(scrittore e esponente PD)
e
Pap Khouma
(scrittore e giornalista)


Regione Straniera, viaggio nell'ordinario razzismo padano

Un libro denuncia, un pamphlet per aprirci gli occhi su un tema che facciamo finta di ignorare e dal quale ci sentiamo ormai immuni: il razzismo. A soli 34 anni, Giuseppe Civati, scrittore e consigliere regionale del Partito democratico, presenta il suo quarto libro (la prefazione è a cura di Nando Dalla Chiesa) Regione Straniera, viaggio nell'ordinario razzismo padano.


OrganizzaDiritti&Libertà!

Gruppo di Lavoro PD/Rimini – verso la Conferenza Programmatica RN-2010

Per info335 5617903

12/01/10

2° INCONTRO GRUPPO DI LAVORO "DIRITTI&LIBERTA'"

Mercoledì 13 Gennaio
sala del Buonarrivo (CORSO D'AUGUSTO 231 /RIMINI)
ore 21.00

2° riunione del Gruppo di Lavoro
per l'impostazione del documento sintetico finale da presentare alla conferenza programmatica.

qui è possibile scaricare tutti gli interventi del blog in formato word

Contributo al Gruppo di Lavoro (di Grazia Nardi)

Ho potuto partecipare ad un solo incontro promosso da Gruppo di Lavoro Diritti e Libertà, per sovrapposizione delle altre iniziative con impegni di lavoro. Il Blog ed i messaggi ricevuti, comunque mi hanno consentito di cogliere la ricchezza del dibattito e la qualità dei contributi.

Una qualità morale ed intellettuale anche grazie al fatto che i contributi delle interviste e dei post oltre quelli diretti, hanno consentito una visione fuori di tatticismi e localismi elevando il pensiero, come deve essere in un Partito che si candida a governare in alternativa al centrodestra, ad una idealità di valori e obiettivi. Non come vorremmo ma come deve essere la società nella quale aspiriamo a vivere e per la quale (e solo per questo) siamo disposti ad impegnarci.

Se c’è un limite (non tanto nel Gruppo di cui sopra) ma nell’impostazione complessiva della Conferenza Programmatica, è nel “numero” ovvero nel target “smosso”.

Perché, questo è il punto, i temi trattati hanno una loro validità a prescindere, si possono addirittura ritenere universali ma la nostra meta immediata era ed è la Conferenza Programmatica che, per sua stessa definizione, non dovrebbe essere una passerella di interventi scollegati o una vetrina di virtuali principi bensì il luogo ed il momento in cui definire il “programma” dei nostri governi (in questo caso locali), le linee dello sviluppo economico e sociale della comunità (provinciale) riminese.

Non un passaggio (seppur rilevante) interno al PD (di inventari ne abbiamo fatti fin troppi!) ma la riposta ad un’esigenza inderogabile: fare il punto della situazione del nostro territorio (dati alla mano, rilavati da osservatori oggettivi), coglierne le criticità e le potenzialità per rilanciare una nuova proposta radicata nel presente e proiettata nel futuro. Mettendo in conto il nostro contributo al programma regionale, le linee di base del programma del PD per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale di Rimini, la nuova lettura del territorio provinciale alla luce della nuova geografia territoriale (vedi bassa valmarecchia) e politica come configuratasi dopo l’ultima tornata elettorale.

Ed alludo non solo ai Comuni passati o confermati al centro destra ma anche a nuovi equilibri determinatasi nella Amministrazioni di centro sinistra ed al tema delle alleanze che pur divenuto quello fondamentale nel cammino politico è tenuto al di fuori di ogni aperto e soprattutto reale confronto. Una Conferenza Programmatica deve dare i contenuti ed i parametri su cui costruire le alleanze. Certo, con l’altrettanta realistica consapevolezza delle mediazioni sui costruire i percorsi, avendo però chiara quale sia la nostra base di partenza.


Queste finalità andavano stimolate, provocate anche in contradditori cercando di arrivare ad una massa che, indipendentemente dall’appartenenza politica e dalla frequentazione partitica, sicuramente vive problemi e le aspirazioni di cui anche noi siamo portatori, dunque un potenziale enorme da intercettare, coinvolgere, attrarre. E non solo la “massa” ma anche il sistema organizzato che, soprattutto nella nostra realtà locale, deve vedere nel PD una forza di riferimento fondamentale. Un confronto tra sindacati e imprenditori, tra lavoratori stagionali e imprenditori turistici? Tra associazioni inquilini ed urbanisti? Un’indagine sugli orari e l’apertura degli esercizi? Un test sulla “visione di genere” della città? Una lettura su come interpretare le competenze degli enti locali in una visione federalista? La nostra sui quartieri non solo sotto il profilo istituzionale ma come diverso ambito di aggregazione locale, eccc, eccc. ccc. La Conferenza, quindi, come momento di sintesi.

Per questo riprendo l’indicazione data all’incontro di domenica scorsa per cui il diritto all’accesso dei servizi resi (in questo caso) dagli Enti Locali della Provincia di Rimini deve essere garantito a tutti senza alcuna discriminazione (vedi finanziaria regionale).

Questo deve diventare un punto fermo della risoluzione programmatica del PD nella Conferenza del 18. Mentre per quanto attiene le disposizioni regionali, suggerisco che sia data l’interpretazione secondo cui il diritto all’accesso così come sancito dalla finanziaria, ai “servizi erogati dalla Regione ER”, dal momento che la regione non eroga direttamente i servizi ma finanzia gli enti locali, sia per questo esteso, a livello di Comuni e Provincia, a tutti i servizi finanziati dalla regione (scuole, nidi, area anziani, PO, ecc).


Grazia Nardi

11/01/10

Una battaglia per la "famiglia"

Conclusioni dal dibattito con Sergio Lo Giudice

di Federico Berlini

Una norma innovativa e antidiscriminatoria unica nel panorama italiano. Questa frase riassume perfettamente l'obiettivo degli articoli 48 e 49 della finanziaria regionale voluta fortemente dal presidente Vasco Errani.
É una semplice parificazione, una estensione di diritti: ecco cosa sono i cosiddetti "dico all'emiliana", erroneamente definiti cosi dalla stampa italiana. Con il recepimento delle direttive europee antidiscriminatorie del trattato di Lisbona e dall'articolo 3 della nostra costituzione, viene esteso l'accesso ai servizi pubblici e privati a chi non poteva fruire di quest'ultimi. A partire dai diritti per le coppie non sposate, vere e proprie famiglie che si basano sul vincolo dell'affetto l'uno con l'altro.
Il tutto senza dimenticare una fondamentale distinzione: non tutte le famiglie sono uguali. Alcune necessitano di interventi maggiori come ad esempio le famiglie numerose. Il succo del principio di don Lorenzo Milani sta proprio in questo: "niente è più ingiusto che far parti uguali fra disuguali". Sergio Lo Giudice,consigliere comunale del PD di Bologna,s piega chiaramente come stanno le cose.
Non un surplus, non una aggiunta di diritti a "nuovi" nuclei famigliari. I due articoli assumono una funzione di controllo e miglioramento delle normative dei comuni e delle provincie emiliano-romagnole: soprattutto riguardo alle discriminazioni di status nelle graduatorie, nei trasferimenti, nelle assegnazioni di case.
Ora sta a noi portare avanti questi principi essenziali, metterli in pratica, portarli a conoscenza di tutti, evitando le polemiche sterili con chi non riesce a comprendere l’importanza di queste norme che valorizzano la vera famiglia: quella dove è l’amore il vero vincolo, che non si basa su un legame meramente giuridico. La regione ha lanciato le basi di un dibattito a più ampio respiro, che dovrà avere un effetto a cascata in ogni provincia, in ogni comune dell’Emilia Romagna. Ci poniamo come regione all’avanguardia nell’ambito dei diritti civili, non dobbiamo perdere l’occasione di affrontare questo tema all’interno del nostro partito per stupide e vecchie logiche di appartenenza.
In questi articoli ci sono le sintesi di posizioni differenti, viene rilanciato il concetto di famiglia in una chiave moderna, al passo con i tempi. Come Partito Democratico dobbiamo ribadire con forza all’interno del nostro dibattito provinciale i punti chiave della finanziaria regionale ponendosi come interlocutore principale della regione “facilitando e superando quelle condizioni di svantaggio derivanti da pratiche discriminatorie”.

I Tre Magi





Ieri stavo studiando su un testo scritto da una mia professoressa di Pedagogia all'Università di Bologna. Il paragrafo riguardava l'analisi delle fiabe, delle favole e della tradizione religiosa.
In particolare l'autrice stava riflettendo sulla vicenda dei tre Re Magi che seguendo la stella cometa giungono alla capanna di Betlemme. Lo studio effettuato secondo me merita molta attenzione e voglio condividerlo con voi.


I tre Magi provenivano da luoghi differenti e seguivano la LORO rivelazione. Tutti e tre erano convinti di essere stati predestinati a contemplare qualcosa di grande, qualcosa che gli altri non potevano comprendere ma che solo loro, grazie alla loro cultura e alla loro sapienza, avevano saputo giustamente interpretare.


Ad un certo punto del loro cammino però ognuno di questi Re, ognuno di questi uomini ricchi, infinitamente sapienti, superiori a livello culturale a qualsiasi altra persona avessero incontrato sul loro cammino, incontra L'ALTRO. Scopre che esistono altri sapienti, diversamente colti. Altre due persone abbastanza illuminate da poter capire che era necessario seguire quella stella.
Non erano gli unici detentori della verità.


Cosa fanno allora i tre estranei riccamente vestiti? Si siedono attorno ad un fuoco e parlano.
Confrontano i loro calcoli astronomici per essere sicuri di riuscire ad arrivare nel luogo giusto, non osservano le loro differenze ma guardano al fine comune.


ACCETTANO L’IDEA CHE LA STESSA VERITA' POSSA ESSERE OSSERVATA DA PROSPETTIVE DIVERSE DALLA LORO, ACCETTANO L'IDEA DI NON ESSERE GLI UNICI PADRONI DELLA CONOSCENZA, RICONOSCONO NELL'ALTRO LA PROPRIA DIGNITA' E NELLE PIAGHE SULLE MANI DELL'ALTRO LE STESSE FATICHE ATTRAVERSATE DA LORO STESSI.


Non sapevo se un contributo simile potesse rivelarsi adeguato in queste ore, quando a Rosarno sta succedendo ciò che sentiamo al telegiornale, quando più che sedersi attorno ad un fuoco e parlare, italiani ed extracomunitari vorrebbero solo non doversi guardare in faccia.

Perché hanno paura. Ma forse in fondo hanno solo paura di vedere negli occhi dell'altro la loro stessa paura.
Forse, come i re Magi dovrebbero imparare ad ascoltarsi e ad accettare l'idea, entrambi, che diverso non vuol dire sbagliato ma soltanto diverso.


Lorena Fonti

I luoghi della partecipazione




















Quale sia la maniera migliore di "partecipare" alla vita ed alle scelte delle nostre città non è sempre chiaro.
Per ciò che mi riguarda ho vissuto l'ultimo decennio nella ricerca di metodi migliori per allargare la partecipazione alla vita istituzionale della Circoscrizione n. 4 di Rimini di cui sono presidente.

Con una popolazione che sfiora i 25 mila abitanti e con un territorio piuttosto esteso è impossibile raggiungere tutti ma si possono creare le relazioni nelle varie realtà. Ma con quali metodi?
Ho scoperto nel tempo che i cittadini in genere partecipano se sentono un problema o sono portatori di istanze che li riguardano, non si sentono partecipi ai problemi od alle scelte che si pongono in generale. Spesso vogliono essere informati ma non si sforzano di contribuire al dibattito.

Sono forse i temi che non attraggono?
Eppure, singolarmente, molti temi mi vengono posti.

Sono forse i tempi che sono cambiati?
Io credo che effettivamente i tempi siano cambiati.

Da anni vedo sempre meno persone che si avvicinano alle Circoscrizioni, anche i Consiglieri sembrano stanchi e demotivati: tutto questo perchè non si incide sulle scelte.

Nella primaverà del 2011 si chiuderanno definitivamente le Circoscrizioni di Rimini, ci sarà un vuoto che, come indicavo prima, non sarà uguale in tutti i territori.

Cosa sostituirà questi presidi dell'Amministrazione Comunale?
Quali saranno le scelte della prossima Giunta non lo possiamo sapere in questo momento.
Ciò che sappiamo con certezza è che il Partito Democratico ha già uno straordinario strumento di partecipazione: I CIRCOLI.

Che poi non sono niente di nuovo se andiamo con la memoria indietro di qualche decennio: i partiti popolari del tempo avevano luoghi di incontro e di discussione in ogni frazione ed i politici e gli eletti non mancavano di andarci per il confronto.

Posso garantire che c'è, in particolare nelle zone più lontane dal centro, l'esigenza di partecipare di essere ascoltati e di essere informati.

Sta al Partito Democratico fare il salto di qualità investendo sempre più nei circoli (e se mi permettete anche nei sotto circoli) per una capillare presenza tra la gente.

Giovanna Zoffoli

Sempre sul tema:

In considerazione dell’abrogazione delle circoscrizione nei comuni con popolazione inferiore a 250.000 abitanti. Il circolo, quale organo di partecipazione diffusa e diretta della comunità e di collegamento tra il territorio e il partito, deve assumere e rappresentare le istanze di gestione ordinaria della circoscrizione.
Quindi il circolo da organo di discussione e partecipazione politica – che come tale deve essere rafforzato e tutelato - deve acquisire connotati di centro di controllo e “amministrazione” del territorio di riferimento.

Marco Brunori
Consigliere di Quartiere (Q1)